Ali di Vita Associazione Onlus dedita alla sensibilizzazione ed aiuto sui Disturbi del Comportamento Alimentare

L’ascolto al tempo del Covid: tratto dal Progetto “Pensieri e Parole….uno sguardo alla Vita!”

Raccolta di testimonianze inviateci per il progetto “Pensieri e Parole”…

 


L’ascolto al tempo del Covid. 




Quello che sta attraversando l’Italia resterà sempre nella nostra memoria.

Questo periodo così angosciante si è riversato su di noi come un ciclone insopportabile, ma ancor di più lo è stato per alcune patologie, tra queste i Disturbi Alimentari: restare chiusi in casa, l’isolamento sociale, l’uso della mascherina, guanti o gel igienizzante per le mani sono stati obblighi importanti da rispettare per contenere la diffusione e per protezione personale, ma hanno contribuito a scatenare un maggiore stress che ha portato le persone affette da questa patologia ad aumentare l’ansia, l’ irrequietezza, la paura. Ha in diversi modi modificato quei punti fermi che in qualche maniera erano l’equilibro, anche un po’ instabile, del quotidiano.

Ovviamente questo cambiamento si è riversato in maniera drastica anche a tutti i componenti della famiglia, genitori compresi. 

I terapeuti dei centri pubblici e privati, messi in quarantena e con l’impossibilità di mantenere gli incontri periodici con le pazienti/i pazienti si sono attivati per quanto possibile a gestire tramite incontri e/o telefonate, Skype ed altro i colloqui con le stesse; noi volontari, come i volontari di tante altre associazioni, ci siamo messi a disposizione per portare avanti uno dei punti più focali del nostro lavoro: l’Ascolto, utilizzando i mezzi consentiti in questo periodo di contenimento , telefono, piattaforme web. Solo questo abbiamo potuto fare. 

Secondo quanto ci hanno riferito molte persone e lo comprendiamo appieno, questo tipo di servizio sebbene l’unico eseguibile, in realtà non ha potuto essere di gran beneficio e cura, perché è venuto a mancare completamente quella che è considerata la virtù indomabile dell’essere umano: il contatto, la presenza fisica, quando non è solo la bocca a parlare ma è il corpo che nel suo assieme rivela ciò che le parole e i pensieri non riescono ad esprimere. A rafforzare questa convinzione un fatto casuale che mi è successo in questo periodo. 

 “…Erano i primi giorni di aprile 2020, in pieno Covid, nella mia regione oltre alle regole sopracitate la normativa regionale regolamentava il raggio d’azione libero dalla propria abitazione per “passeggiare” in 200 Metri. Stavo portando a passeggio il mio cagnolino nelle vicinanze dell’ abitazione quando nel silenzio totale e nel deserto umano, una voce tremolante esclamò “Ali di Vita?” mi girai e dall’altra parte della strada incontrai lo sguardo di una signora che mi guardava speranzosa di ricevere una risposta positiva. Dopo la mia affermazione cominciò a raccontarmi dei problemi legati ai Disturbi Alimentari dei quali soffre da tempo la figlia . Nel raccontare aveva espresso quasi subito l’incapacità di loro genitori a gestire la quotidianità della figlia e di conseguenza di tutta la famiglia. 

Eravamo a circa sei metri di distanza, col viso seminascosto dalle mascherine e nessuno dei due osava avvicinarsi. Ma nonostante la distanza non occorreva parlare ad alta voce considerato il silenzio e l’assenza di persone, come un fiume in piena questa mamma disperata mi raccontò dei vari atteggiamenti della figlia in quei giorni molto difficili. La cosa che mi sorprese di più fu quando mi raccontò dei gesti irrispettosi ed incomprensibili, ovviamente al di fuori della visione della web-cam, che la propria figlia faceva durante i colloqui via Skype con la propria terapeuta, certamente dovuti proprio al disagio di gestire on line il colloquio e la paura di non essere completamente compresa. Il colloquio che doveva svolgersi in modo tranquillo per dare serenità veniva spesso interrotto perché cadeva la linea distogliendo la possibilità di concentrazione e disperdendo le emozioni del cuore. 

Un altro punto critico era l’impossibilità di poter fare una passeggiata degna di questo nome e sappiamo quanto questo aspetto sia di difficile gestione anche in tempi normali. 

Ma a mano a mano che questo soliloquio continuava con un incedere sempre più veloce ed angosciante vidi che la mascherina cominciava a bagnarsi sulla parte vicino agli occhi: stava piangendo! Attraversai la strada, mi lavai le mani con il gel igienizzante e porsi il flaconcino alla signora per fare altrettanto, “guardiamoci un attimo negli occhi ” le dissi e abbracciai questa mamma coraggio dicendole, tra l’altro, di non piangere ma di portare pazienza e restare sempre fiduciosa. 

Riattraversai la strada per recuperare la mia posizione iniziale e la conversazione riprese non più a senso unico, ma cominciò un dialogo: le consigliai di rivolgersi alla terapeuta della figlia e di chiedere il permesso di deroga delle imposizioni locali per quanto riguardava il limite delle distanze e di farsi seguire anche loro come genitori on line dal centro che aveva in cura la figlia. Questo per ricevere un po’ di sostegno sui comportamenti da adottare in famiglia per una gestione quotidiana che consentisse un maggior equilibrio famigliare. 

Rividi questa mamma il giorno seguente , passeggiava con la figlia e appena mi vide alzò il braccio con un foglio in mano, la deroga! Questo gesto mi strappò un sorriso che sotto la mascherina si trasformò in emozione. 

Concludo mettendo in evidenza di come sia indispensabile, soprattutto per chi soffre di Disturbi Alimentari, il contatto fisico, l’espressione del corpo, lo sguardo, per abbattere il muro che costruisce questa malattia che si innalza ulteriormente nei momenti più difficili e più duri come nel periodo Covid.


Gruppo Sportelli di Primo Ascolto. 


(Tratto dal Progetto “Pensieri e Parole…uno sguardo alla Vita 2” in collaborazione con goccecolorate.wordpress.com - Daniela Bonaldi)



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Associazione Ali di Vita: L’ascolto al tempo del Covid: tratto dal Progetto “Pensieri e Parole….uno sguardo alla Vita!”
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