Ali di Vita Associazione Onlus dedita alla sensibilizzazione ed aiuto sui Disturbi del Comportamento Alimentare

Convegno: “Le figure genitoriali: Il Padre” analisi-conclusioni

Pochi ruoli sono cambiati così radicalmente nella nostra cultura come è accaduto al ruolo del padre negli ultimi decenni. Dopo la grande crisi dell’autorità avutasi nel dopoguerra, è dovuto nascere un nuovo padre…un Convegno per parlarne assieme.



Convegno: “Le figure genitoriali: Il Padre” analisi-conclusioni. 


Il Padre, il tema che abbiamo trattato il 24 gennaio 2020 è un tema che ad Ali di Vita sta molto a cuore. In questo convegno ci sono state diversi capitoli di interventi importanti, come i relatori che vi hanno preso parte, dove ognuno si è prodigato nel migliore dei modi nella propria materia, o esperienza, al fine di tracciare un nuovo profilo aggiornato su questa figura genitoriale nell’ambito familiare.

Capitolo 1 


Abbiamo chiesto al Prof. Filiberto Tartaglia sociologo, semiologo, scrittore, già docente all’università di Ferrara: e a seguire alla Dott.ssa Michela Pepe psicologa clinica, psicoterapeuta, perfezionata nei Disturbi Alimentari (DCA) e nei disagi giovanili:

"nei tempi antichi il padre era colui che teneva le redini della famiglia, aveva la patria podestà su tutti i membri e il potere di decidere sulla loro vita in ogni area: da quella formativa a quella relazionale. Come oggi invece il ruolo del padre stia cambiando. In una società dove le madri sono sempre più impegnate in attività lavorative, il padre riveste un ruolo attivo nella cura dei figli e nella loro formazione. Si ha un’apertura alla cooperazione e al sostegno reciproco tra genitori."


Il Prof. Filiberto Tartaglia, ha trovato un terreno fertile per la sua preparazione professionale e personale delineando con abile capacità d’oratore e di cultura come questa metamorfosi di figura genitoriale sia lentamente, ma metodicamente, cambiata nel tempo con l’avvento di diversi mezzi di comunicazione .


Attraverso le slide ha evidenziato come nella mitologia il Padre fosse una figura autoritaria quasi distaccato dall’ambito familiare, dove aveva potere di vita e di morte su di essa. Continuando con le slide ha messo in evidenza come nel tempo tale ruolo sia profondamente cambiato nella simbologia e nel giornaliero, come se, quella figura primaria, si fosse piano piano ridimensionata fino a quasi scomparire.


La Dott.ssa Michela Pepe ha evidenziato, con bravura ed esperienza acquisita nell’ambito familiare, come tale figura genitoriale, cambiando i connotati davanti ai nuovi scenari, inizino a sentirsi maggiormente liberi e autorizzati ad esprimere i loro sentimenti, desideri e paure che provano nella relazione con il figlio e all’interno della famiglia. Nel tempo si intravede una riduzione del timore paterno di perdere la propria credibilità come uomo che deve mostrarsi forte, irremovibile, coraggioso e non può manifestare dubbi e perplessità.


La Dott.ssa alla fine si è soffermata su come i sentimenti delle figure genitoriali non vengano prese in considerazione appieno durante l’evolversi della vita, ma come all’improvviso, quando viene a mancare la figura di riferimento, vengano invece alla memoria ciò che insanamente avevamo messo da parte, creando in noi conflitti e sensi di colpa.

Capitolo 2 

 


La presentazione del libro di Maria Vittoria StrappafelciSenza te…Diario a mio Padre” con la partecipazione straordinaria di Alessandro De Gerardis, voce storica di Rai-Isoradio, che ha letto dei brani tratti dal libro sopracitato mettendo, oltre alla sua bravura ed esperienza di conduttore, un enfasi particolare…che proveniva proprio dal cuore.


Prima di fare intervenire l’autrice con la sua presentazione, abbiamo voluto fare una riflessione che andasse oltre la testimonianza descritta proprio perché ispirata dal libro che lascia un po’ di amaro in bocca.
Quando sei giovane e senti di avere in pugno la vita non pensi a queste tragedie, ma se qualcuno inconsapevolmente, ti facesse la domande «cosa significa perdere il Padre?» le risposte sarebbero varie e molteplici. Nessuno per onestà intellettuale e forse paura chiede mai cosa significa: allora proviamoci a chiedercelo da soli, forse per cercare di capire come elaborare un lutto o forse per cercare di sentire meno quel buco che si sente dentro il cuore. 


Perdere un padre è sapere di non avergli detto tutto; di non aver avuto quel tempo necessario per fargli capire che il 50% di quello che tu oggi sei è merito suo; di non essere riuscito a mantenere la promessa fattagli quando promettevi che sarebbe andato tutto bene. Lì per lì, il giorno dopo, la settimana dopo non ti rendi conto ancora cosa è successo e le lacrime non scendono. Ma arrivano. Arrivano in un giorno mentre fuori piove cercando di confondersi per nascondere il dolore che ti strazia l’anima, che ti fa a pezzettini, che ti contorce le viscere talmente tanto forte che vorresti urlare. Ma è un grido sordo, silenzioso che ti brucia l’essere.


Ed è proprio da quest’ultima frase che De Gerardis è partito con la lettura del primo brano, seguito dall’autrice che metteva subito in risalto le perplessità che un lettore avrebbe avuto nel leggere un diario, un colloquio, con chi non c’era più… “…sarà pazzia sarà tutto quello che il mondo…ma io lo chiamo ingenuamente AMORE! L’amore grande che ho avuto per te, babbo, e che avrò per sempre, nonostante te ne sia volato in cielo lasciandomi sola con un’angoscia immensa che è celata nel mio cuore.” Con questa sua citazione tratta da libro da una risposta prima che agli altri a se stessa.


Indubbiamente il legame tra padre e figlia è intenso e molto emotivo, messo ancor più in risalto dagli interventi di De Gerardis che portava Maria Vittoria  Strappafelci a continuare con la sua spiegazione con pari enfasi emozionale da contagiare il pubblico e tutti noi.
Il Diario è stato scritto giorno per giorno, alla sera, come trovare quel conforto mancante nelle parole, nel dialogo con chi non c’è più aprendosi ai più nascosti e reconditi ricordi.


Tre mesi spesi a convincersi, giorno per giorno, che quell’allontanamento forzato era da accettare, sebbene avesse paure ed ansietà per un futuro “incerto”. Aveva capito che suo Padre, Babbo come lo chiama dolcemente l’autrice, non l’avrebbe mai lasciata da sola.


Capitolo3 



“Oltre la malattia dei figli” relatori Marco Centanini e Gianni Giardini con breve introduzione da parte nostra:
“…e poi e poi…capita che in famiglia il figlio si ammali di una malattia stagionale e qui si vede normalmente la figura Paterna fare due passi indietro come se la cura dei figli sia determinata in qualche misura all’altra figura genitoriale: La Madre…altra cosa invece succede quando il figlio si ammala di una malattia importante come i Disturbi Alimentari ma non solo. Le due figure genitoriali allora cercano di adattarsi perché vedono radicalmente cambiata la vita dell’intera famiglia. 
Per esempio cambia 
La concentrazione e l’impiego di energie emotive e concrete della famiglia per fronteggiare la nuova realtà. 
Le nuove e spesso difficili relazioni tra famiglia e istituzioni sanitarie, in una posizione di malattia importante 
Le repentine modifiche delle priorità della famiglia (ciò che era prima era importante può diventare marginale) 
Le variazioni nei ritmi di vita quotidiana e lavorativa 
Le possibili difficoltà economiche, le difficoltà di trovare risorse emotive nella famiglia, le difficoltà nell’riorientare per affrontare la nuova realtà.” 


Marco Centanini, emozionato, ha cominciato a raccontare la propria esperienza nell’ambito della malattia della figlia e delle difficoltà facilmente ricollocabili nei punti citati nella introduzione. Difficoltà non facili da superare quando nel contesto generale della vita cambia tutto. Dove la malattia arriva come un uragano e spazza via tutto quello che era il quotidiano, tutto quello che era certezza, lasciando il genitore solo ed isolato da tutto ciò che lo circonda.
Ma poi, passato il momento di spaesamento iniziale, ecco la ricerca di qualcosa di importante, di qualcosa che riuscisse ad andare oltre la malattia della figlia. Un nuovo percorso dove non era più solo, un percorso dove l’essere accompagnato, sostenuto, compreso, lo ha portato realmente ad aiutare la figlia e con essa tutta la famiglia. “Oltre la malattia dei figli” è il titolo di questo capitolo, e non a caso, perché marco Centanini, dopo la guarigione della figlia. Ora fa parte dell’Associazione Fenice ODV ed è responsabile del Gruppo AMA (Auto Mutuo Aiuto) di Padova.


Gianni Giardini, dopo aver rimarcato la testimonianza di Centanini e di conseguenza la sua, è passato a spiegare l’importanza delle figure di riferimento che devono essere qualificate in base alla patologia seguita. L’importanza delle figure genitoriali nella cura dei figli, dove i genitori stessi devono essere seguiti e formati per poter essere d’aiuto sia ai figli sia agli specialisti nella cura. Questo è uno dei compiti che l'Associazione Fenice ODV si impone e dove Gianni Giardini è il responsabile del Gruppo di Mirano (VE). 


Capitolo 4 



L’ultimo Capitolo di questo Convegno è stato riservato a un componente della nostra Associazione: Fabio Longato, conduttore degli Sportelli di Primo Ascolto, il quale dopo aver spiegato brevemente la sua esperienza di Padre nella malattia della figlia è passato a descrivere la sua esperienza di “oltre la malattia” con gli Sportelli di Primo Ascolto.
“Gli Sportelli di primo ascolto, curati dai volontari dell’Associazione Ali di Vita, sono rivolti a tutti ma soprattutto ai familiari, parenti ed amici di chi soffre di Disturbi Alimentari.
Gli Sportelli di Primo Ascolto non hanno supporti o scopi terapeutici, ma sono una prima accoglienza umana per chi ne vuol sapere di più, per chi ha paura di essere giudicato e colpevolizzato, quando - nel contesto della malattia - ci si sente “isolati” da tutto e da tutti. Sono quindi un abbraccio e un dialogo tra genitori, parenti e amici, con la dovuta riservatezza. Sono anonimi e completamente gratuiti.
Come ogni buona famiglia ad un certo punto ci siamo fermati per vedere dove stiamo andando e per capire…così dopo l’ultimo Ascolto il 14 dicembre 2019, ci siamo fermati per raccogliere i dati che sono questi..


Ovviamente da soli non si fa niente e quindi vogliamo ringraziare chi per primi ci ha appoggiato e dato la possibilità che questo potesse accadere quindi 299 Grazie anzi 300 con il mio a tutta l’Amministrazione di Città di Selvazzano Dentro e a tutte quelle Associazioni che ci hanno appoggiato in questi 4 anni nel territorio. Quindi vogliamo restituire al territorio e alla cittadinanza i dati degli sportelli di primo ascolto direttamente nelle mani dell’Assessore Giorgio Dal Porto con un Report più dettagliato.”

 Conclusioni. 



La Presidente di Ali di Vita, Loredana Borgato; ha sottolineato l’importanza della figura genitoriale del Padre nell’ambito familiare e nelle malattie dei figli che insieme all’altra figura genitoriale, la Madre, con la quale intraprendere quel difficile percorso che è la guarigione.
Ha sottolineato l’importanza di questo convegno dove diverse figure si sono succedute, difatti si è passati dal contenuto sociale a quello psicologico, dal contenuto personale come la perdita del Padre all’esperienza di tre genitori che sono andati oltre la malattia dei figli.
 La sorpresa finale è stato l’intervento, non in programma e per questo non meno importante, di Antonio Lanutti membro dell’Associazione Fanep di Bologna, che dopo aver raccontato la sua storia nella malattia dei figli, ci ha lasciato questo commento con il quale chiudiamo questo Report del Convegno.


"Hai il pallino di cercar di capire sempre qualcosa di più del mistero dei Disturbi dell'Alimentazione (DA) e raccogli l'invito della Città di Selvazzano Dentro per un convegno sulle figure genitoriali: Il Padre, organizzato in collaborazione con l'Associazione Ali di Vita. Ti preme sapere cosa ne pensano la Dott.ssa Michela Pepe ed il sociologo Filiberto Tartaglia. Hai , in cuor tuo, la percezione che il padre sia una figura un po' decadente, a volte quasi messo al margine e vorresti saperne se ha qualche relazione nei DA. E, invece, ti ritrovi a constatare che quando la sua potenza era infinita era del tutto inservibile, dannoso, addirittura da sopprimere. Molto più efficace la sua figura attuale, quando ha dismesso l'armatura di guerriero ed mostra la tenerezza del suo viso. E' una risorsa immensa per i figli, credibile nell'incoraggiamento e capace di sedare le ansie e le angosce. "C'è bisogno di dare più fiducia al padre oggi" - chi osa la dott.ssa Pepe. Bella lezione! E che dire poi della testimonianza della scrittrice Maria Vittoria Strappafelci? Maria Vittoria al momento della dipartita del suo 'babbo' si è resa conto di non avergli confidato tantissime cose. Cose che non sarebbero servite a lui, ma a lei per trarne forza. "SENZA TE... Diario a mio Padre" è un diario da leggere, anzi da raccomandare per non perdersi niente del dono prezioso del papà. E poi la delicatezza delle persone incontrate, le cito per nome perché così sono nel mio cuore: Loredana, Fabio, Michela, Filiberto, Maria Vittoria, Alessandro, i papà della Fenice e tutti gli intervenuti. Vuoi vedere che proprio quella 'delicatezza' sia la chiave di volta per andare oltre i DA?" 

 Il Volontariato non ha limiti nè confini 

 

 

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Associazione Ali di Vita: Convegno: “Le figure genitoriali: Il Padre” analisi-conclusioni
Convegno: “Le figure genitoriali: Il Padre” analisi-conclusioni
Pochi ruoli sono cambiati così radicalmente nella nostra cultura come è accaduto al ruolo del padre negli ultimi decenni. Dopo la grande crisi dell’autorità avutasi nel dopoguerra, è dovuto nascere un nuovo padre…un Convegno per parlarne assieme.
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