Ali di Vita Associazione Onlus dedita alla sensibilizzazione ed aiuto sui Disturbi del Comportamento Alimentare

LA PANCHINA LILLA

Un oggetto che prende forma, che “ascolta”, che cerca di alleviare i dubbi e che nutre speranze…nei Disturbi Alimentari.






LA PANCHINA LILLA. 


 Tutto comincia circa tre anni e mezzo fa…con un oggetto inanimato che stranamente prende forma “umana” ma…cominciamo dall’inizio: 



“Tutto cominciò con l’arrivo della panchina che la Presidente aveva proposto al Comune di Selvazzano di colorare per il 15 marzo, per la giornata nazionale del Fiocchetto Lilla. 

 Quando arrivò il camion a casa portammo la panchina in garage, poi, quando gli addetti al trasporto furono andati via, cominciai a guardare questa panchina, ormai surclassata dalle nuove leggi sulla sicurezza, messa in qualche angolo di qualche deposito in attesa, si in attesa forse di me?

Era un po’ messa male la mia “Lina”, la parte in legno era solcata da prolungate rughe e ferite profonde, insanabili con preparati esterni per farla ritornare alla sua bellezza primordiale. 

Pensai allora di ammorbidire i segni dell’età con una mano densa di cementite per diminuirne la profondità di quello che il tempo incessante aveva provocato. Mentre facevo questo ragionamento tecnico, molte sensazioni che ancora non recepivo cominciarono ad insinuarsi nei miei pensieri, come che la panchina mi volesse far capire qualcosa di importante. 

Nel frattempo avevo preso in mano la carta vetrata e cominciai a scartavetrare i listelli legnosi e così cominciai a vedere per terra la polvere fine che si depositava, lentamente e costantemente. Quella polvere mi “parlava” di pioggia, di lacrime, di silenzi, ma mi “diceva” anche di giorni soleggiati, di sorrisi, di vociare di bambini festosi. Mi “informava” anche di dialoghi tra gente sconosciuta, di amori nati, di delusioni ascoltate. Insomma, tutte queste sensazioni e pensieri, cominciarono a prendersi possesso di me, della mia mente. Ma ciò che non capivo era il perché di tutto questo. 

Il perché arrivò quasi subito. Daniela Bonaldi, proprio per la Giornata Nazionale del Fiocchetto Lilla, aveva preparato un opuscolo dove metteva in evidenza la diversità di pensiero tra la persona che vive questa malattia e i suoi familiari, questa diversità di pensiero che porta a contrapporre le due parti invece di unirle. Questo opuscolo Daniela ce lo fece leggere in anteprima, prima dell’uscita ufficiale nel suo sito e successivamente scaricabile gratuitamente. 

Alla sera, dopo aver letto l’opuscolo, pensai alla panchina giù in garage, alla polvere che giaceva per terra, pensai a ciò che proponeva Daniela, pensai alle mie esperienze in un anno di Sportelli di Primo Ascolto, e dissi a voce alta alla Presidente“Qui abbiamo un opera teatrale pronta, abbiamo l’attrice principale la panchina e abbiamo la “voce” Daniela. Il dialogo che manca sempre in queste circostanze verrà chiarito proprio sulla panchina”. La Presidente mi guardò stupita, così diedi delle altre spiegazioni sul perché di questa rappresentazione. 

Il giorno seguente cominciai a colorare “Lina”, era la mia prima esperienza con l’acrilico ad acqua e non sapevo quale potesse essere il risultato finale. Avevo eliminato l’idea di usare la cementite per mettere in risalto quel “trascorrere del tempo”. Il risultato della prima mano fu un po’ deludente, il colore sembrava non attecchisse, lasciava ampie zone d’ombra. Ma “Lina” aveva cominciato a parlarmi, o meglio, cominciai io ad ascoltarla, e mi tranquillizzava, mi sosteneva in qualche modo l’idea della rappresentazione teatrale, del dialogo, dell’avvicinarsi, del comprendere e dell’abbraccio finale. Ma “Lina” era brutta da vedere, tanto che, deluso, me ne ritornai sopra prorogando al domani il proseguo del lavoro. 

Il giorno dopo, quando alzai il basculante del garage ed accesi la luce, rimasi di stucco, “Lina” era riuscita a farmi sorridere, a meravigliare, era bellissima, non ancora perfetta ma meravigliosa per ciò che doveva dire, per ciò che rappresentava e per ciò che era. Al mattino diedi la seconda mano e alla sera la vernice ad acqua per la copertura e protezione del colore sottostante. 

La previgilia del Fiocchetto Lilla gli addetti Comunali vennero a prendere “Lina” per portarla direttamente in Comune dove sarebbe stata esposta. La guardai andare via e il mio pensiero disse “Ciao “Lina” ci rivedremo presto, in tanti posti, in tante situazioni. Porteremo conoscenza e speranza”. 

Nel frattempo Sandra Zodiaco stava collaborando per noi con Vivere il Balletto, per la rappresentativa di danza che avevano dedicato all’Associazione proprio nella rassegna del Fiocchetto Lilla. L’unica cosa che sapevo era che ci sarebbe stata la Panchina Lilla fuori dall’auditorium come simbolo, sapevo che la Scuola di Danza stava lavorando con i coreografi per preparare la serata, sapevo che Sandra stava collaborando con il balletto pensando per la sua esperienza di partecipazione nel balletto stesso. Quando ci disse che ci sarebbe stata una sorpresa in quella serata e ci chiese se volevamo saperla, la risposta nostra fu no, perché in fondo una sorpresa è una sorpresa e tale deve essere. 


Così arrivò la tanto sospirata Giornata Nazionale del fiocchetto Lilla. “Lina” era dentro al Comune di Selvazzano, si lasciava guardare, accarezzare. Attirava la curiosità delle persone quella Panchina Lilla, molti si avvicinavano, si informavano. Altri sorridendo dicevano “Che bella”. Alla sera film al Centro Civico Presca, dibattito e già tre persone arrivarono con la richiesta di sostegno. Daniela rese pubblico l’opuscolo nel suo sito, sempre scaricabile gratuitamente. Sandra in giro per l’Italia con il “suo” Fiocchetto Lilla. 

Dopo tutta questa sana confusione tra eventi, persone e parole, ecco tornare un attimo di tranquillità e con essa anche il pensiero della rappresentativa teatrale: l’idea mi parve buona, un testo importante c’era, la Panchina anche, ma mancava chi la sviluppasse, certamente io non potevo essere, bisognava ci fosse qualcuno preparato per il teatro. Ma queste domande furono subito messe in disparte perché dopo pochi giorni ci sarebbe stato il secondo appuntamento del Fiocchetto Lilla: Equilibrio. 


Così arrivò il giorno del balletto. Sandra arrivò da noi verso le 17:00 e si trasferì subito all’Auditorium per partecipare alle prove prima della serata. Io e Carla Marchiori arrivammo nel luogo verso le 19:00 e notai con dispiacere che la Panchina fuori non c’era, forse una dimenticanza del Comune. Il vialetto verso l’accesso all’Auditorium era contornato da candeline lilla che da lì a poco sarebbero state accese. Entrai nell’atrio del teatro e scostai i grossi drappeggi atti a non far entrare la luce durante lo spettacolo, e meraviglia la Panchina Lilla era ai piedi del palco, alla sua sinistra una lampada. Le prove erano finite così potei osservare tutto per bene, ma la Panchina Lilla calamitava la mia attenzione. Ciò che successe quella serata già l’ho scritto e la sorpresa era Sandra che raccontandosi avrebbe fatto l’introduzione ad ogni balletto, accendendo e spegnendo quella lampada, nel buio della sala. Uno spettacolo bellissimo, emozionante e forte, che rafforzò ulteriormente il mio “bisogno” di poter fare una rappresentazione teatrale. Fin qui tutto bello: si ma come? 

Ho sempre pensato e constatato come nella vita la casualità sia foriera di molte collaborazioni. Magari non durano nel tempo, ma in una determinata circostanza la vita ci mette a fianco in maniera inaspettata persone speciali, un esempio attuale sono Daniela e Sandra. Così è stato il giorno seguente a Equilibrio, quando mi recai dal mio tabaccaio. Il mio tabaccaio Francesco stava parlando con un avventore, penso un amico dal tono confidenziale che avevano, e mi chiese subito di come fosse andata la serata. Raccontai ciò che avevo visto, delle emozioni che ne avevo tratte, del grande insegnamento umano che uno spettacolo può esprimere e del mio desiderio di poter proporre uno spettacolo teatrale vero e proprio. Questo avventore fintanto che raccontai la serata se ne stava in disparte guardando il suo telefonino, ma quando cominciai a parlare del mio progetto lo mise via e pian piano si avvicinò a noi. Mi spostai pensando che dovesse prendere qualcosa o salutare per andarsene, ma invece mi disse di continuare ad esporre il mio progetto

“Il mio progetto è semplice-riposi- si basa sulla comunicazione delle persone attorno i Disturbi del Comportamento Alimentare, comunicazione molte volte distorta da quello che è la malattia. Il senso delle panchine sul palco è questo, costruire un vero e proprio dialogo di pensiero tra le persone affette da questa patologie e i familiari, parenti, amici. Un tre atti dove le panchine si avvicinano sempre più e i soliloqui convergano in un unico pensiero, coro, speranza. Ho un libretto di un’amica proprio adatto a questo progetto, dove mette in evidenza la differenza di pensiero dell’approcciarsi all’altro proprio per la differente visone dell’insieme…”

 Vedevo che Francesco mi guardava e sorrideva all’avventore e non capivo, fino a quando non disse “ Mi chiamo XXXXXX XXXXX, sono regista, attore, coreografo, scrittore della Compagnia Teatro XXXXXXX. Compagnia semi professionale ed abbiamo in gestione XXXXXX ed apparteniamo ad un circuito di Compagnie teatrali di tutto il nord Italia, abbiamo piena collaborazione con le Compagnie Teatrali di Verona, Vicenza, Rovigo, Treviso. Mi interessa molto il sociale anche se non l’abbiamo mai fatto direttamente e sinceramente non conosco la tematica dei DCA. Ma nella maniera appassionante che hai raccontato il tuo progetto mi ha colpito e interessato molto, ti do la mail mandami il tuo progetto e i testi della tua amica e vedremo cosa si può fare”. 

Con XXXX ci siamo già sentiti telefonicamente diverse volte e, a Maggio, ci dobbiamo incontrare e in quella circostanza gli darò anche gli altri due libri di Daniela, tanto perché capisca da una voce vera di cosa ci sia dietro a questa patologia. Ho dato anche la disponibilità di un incontro con la Dottoressa Michela Pepe per una spiegazione psicologica appropriata. L’unica cosa che ha voluto specificare è che potrà essere solo una rappresentazione liberamente tratta dagli scritti di Daniela, per esigenze di tempo, copioni e artisti disponibili. 

Non so se questo progetto andrà a buon fine, ma andare fuori Selvazzano con certe iniziative diventa necessario per l’Associazione, per poter dare più visibilità alla sensibilizzazione alla malattia, con serate importanti come questa, come Equilibrio di Sandra, come il 2 dicembre Insieme Per La Vita con Daniela, come Parole Immagini Emozioni dove in una settimana è stata proposta una Mostra Fotografica, un corso di formazione per allenatori, una proiezione di film e musica, tanta musica dal vivo". 


 …la bellissima storia della Panchina Lilla continua ancora, con i suoi ascolti, speranze, lacrime, ma anche sorrisi ed abbracci…attendiamo il futuro con spirito positivo…con l’attesa anche di questa opera teatrale.

Fabio. 



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Associazione Ali di Vita: LA PANCHINA LILLA
LA PANCHINA LILLA
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