Lo stato delle cure in Italia: esperienze familiari e professionali. Di questo si è parlato al 4° Congresso Nazionale sui Disturbi del Comportamento Alimentare indetto da Consultanoi.
Presenti molte autorità, Teresa di Fiandra per il Ministero della Sanità, Claudia Gandin dell’Istituto Superiore Sanità, Laura Dalla Ragione (Siridap), Umberto Nizzoli (Sisdca), Angela Favero (Sipa) Ettore Corradi (Siridap), Maddalena P. Cappelletto (Coordinamento Nazionale), S. Tavilla, Liliana Giust e Francesca Ghiozzi per Consult@noi, Leonardo Mendolicchio (Siridap) Gian Luigi Luxardi (Sisdca) Anna Maria Gibin Tavolo Tecnico Regionale Emilia Romagna, Paolo Morello Marchese Direttore Generale ASL Toscana, e tantissime Associazioni di Consult@noi, Coordinamento Nazionale, Maria Grazia Giannini (Consult@noi), Silverio Spitaleri (Conversando) ed altre Associazioni per i DCA che condividono gli stessi obiettivi.
Il convegno aveva lo scopo di fare il punto sulle criticità ancora presenti in diverse Regioni Italiane di cui 11 ancora sprovviste di ricovero residenziale.Le associazioni capofila hanno presentato i dati raccolti dai centri/ambulatori delle diverse Regioni mettendo in evidenza le forti carenze di alcune e la mancanza di multidisciplinarità dei centri.
Questa carenza costringe molte pazienti a fare il viaggio della speranza, emigrando in altre Regioni con le varie difficoltà di accettazione e successivamente di supporto alla famiglia che invece è una componente importantissima nel percorso di cura del proprio caro/a.
I genitori non solo come protagonisti del percorso di riabilitazione dei loro figli, ma anche come rappresentanti competenti di una malattia che coinvolge tutta la sfera familiare.
E’ altresì emerso che dove funzionano regolarmente gli ambulatori di DCA i ricoveri diminuiscono ed è altrettanto importante che tolta la fase di acuzie venga fornita una metodologia di cura a livello ambulatoriale in modo da favorire il rientro nella quotidianità e una continuità assistenziale.
I Disturbi del Comportamento alimentare sono patologie difficili da diagnosticare nell’ambito famigliare, un bisogno sociale di informazione , manca una valorizzazione del problema DCA, quando invece è indispensabile dare a chi soffre di DCA la dignità che a loro spetta.
E’ stato ribadito all’unanimità la necessità della formazione ai medici di base, ai medici dell’Ospedale e la tempestività degli interventi tenendo anche in considerazione che ogni fase della malattia richiede dei trattamenti diversi e l’importanza che vengano inseriti nei LEA prestazioni ed esami per i DCA che ancora non sono contemplati.
A tutt’oggi mancano ancora i dati epidemiologici e una valorizzazione del problema dei DCA.
Dal Ministero della Sanità l’inserimento ufficiale nelle programmazioni con finanziamento anche dei piani nazionali della prevenzione con invito alle Regioni di inserirlo nei piani Regionali della prevenzione e l’Aggiornamento mappa dei servizi sui disturbi del comportamento alimentare, alla quale fa seguito anche una piattaforma web da parte dell’’Istituto Superiore della Sanità.
Secondo noi manca un riconoscimento ufficiale di questa patologia e il riconoscimento come malattia sociale. Non si possono sottovalutare i dati allarmanti che vengono riportati : oltre 3 milioni di persone che ne soffrono solo tra coloro che si rivolgono ai centri, i particolar modo giovani se non giovanissimi.
La giornata è stata veramente molto intensa per i tanti interventi, ma anche per l’aspetto umano che ci ha particolarmente coinvolti come genitori e volontari. La testimonianza forte e sofferta di alcuni genitori delle associazioni ci ha emozionati ed ha rafforzato ancora di più la volontà di proseguire nel nostro lavoro, sempre di più uniti a tutte le altre associazioni perché la forza sta proprio nel fare rete tutti assieme.
Concludiamo….il volontariato non ha limiti né confini . Ali di Vita
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