Raccolta di testimonianze inviateci per il progetto “Pensieri e Parole…”
Il caldo della vita
A volte è così difficile riuscire a scaldarsi, anche se ci si veste di più, anche davanti ad un caminetto acceso. E il freddo che si prova è un freddo particolare, un freddo che c’è anche se magari fuori la temperatura non è poi così bassa.
E’ come quando una casa non è più abitata, un po’ alla volta il caldo del riscaldamento svanisce, se ne va, e al suo posto arriva un freddo pungente, che con sé porta anche un po’ di tristezza e malinconia.
Le stanze vuote, la polvere sui mobili, le finestre chiuse, il buio …
Ecco, con l’anoressia è un po’ così … il silenzio, il buio, il freddo … e quel freddo è come se fosse il freddo delle “mancanze”, di quello che non si ha, di quello che non c’è.
Il corpo, provato, non sa come scaldarsi, l’animo, anch’esso provato, non sa come liberarsi dai pensieri sfinenti della malattia. E lei, l’anoressia, è il capitano indiscusso di una battaglia che si ripete, quotidianamente, nel più profondo io. Una battaglia che ha un unico giocatore perché si combatte contro sé stessi, con la parte di sé che la malattia non vuole lasciar andare.
Ed è una battaglia ad armi impari, perché quello che lei cerca di fare è impedirti di chiedere e avere gli strumenti, le armi, che potrebbero aiutarti. Sono le armi che più teme, perché potrebbero allontanarla.
Sono però le stesse armi che potrebbero permetterti di avere un po’ di quelle cose che ti ha tolto … qualcosa con cui scaldarti.
La tua casa, quella che ti ha fatto lasciare convincendoti a seguirla, è ancora li, può ancora essere abitata, magari anche resa più bella di prima, più accogliente, più TUA.
Quelle stanze buie e fredde possono ancora essere riscoperte, le finestre possono essere aperte, per far entrare la luce del sole ... il caldo della vita.
(Tratto dal Progetto “Pensieri e Parole…uno sguardo alla Vita 2” in collaborazione con goccecolorate.wordpress.com - Daniela Bonaldi)
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