Affrontiamo la tematica del disturbo del comportamento alimentare (anoressia e bulimia); creando una rete di supporto per chi vive questa malattia. Soffrire di un disturbo del comportamento Alimentare non è un capriccio, uno stereotipo legato al mondo della moda, ma sono vere e proprie malattie che hanno radici profonde , disagi psicologici che influenzano in modo esponenziale la vita di chi ne soffre e le loro famiglie. Chi ne soffre si trova molto spesso a vivere in silenzio la propria malattia, isolandosi e creando di conseguenza un vuoto , una paura e sensi di colpa ancora più grandi. Le persone che soffrono di Disturbi del Comportamento Alimentare sono spesso malati invisibili agli occhi di estranei e spesso anche a quelli dei familiari, incapaci di “vedere” e capire, paralizzati dall’inadeguatezza, dalla paura e dalla vergogna, una vergogna che allontana e non consente di chiedere quel giusto aiuto che ragazzi e familiari hanno diritto di ricevere. E’ invece fondamentale il ruolo della famiglia e degli affetti più stretti nella cura e prevenzione di questa patologia. Sportelli di primo ascolto rivolti ai Famigliari/amici di chi soffre di Disturbi del Comportamento Alimentare.. Per far comprendere che la persona che soffre di Disturbi del Comportamento Alimentare va indirizzata a chiedere aiuto ad un Centro specializzato nei D.C.A.
Perdonami
Cosa posso dirti per farti sentire la mia presenza?
Cosa posso fare per esserti più vicino?Io, che il giorno che sei nata ero l’uomo più felice del mondo mi trovo qui, ora, disorientato di fronte al tuo dolore, confuso e perso, come se tutto il tempo trascorso assieme, gli anni passati, fossero qualcosa che non c’è più, qualcosa di lontano, che se ne sono andati, come la mia forza di fronte a questa prova della vita troppo grande da affrontare.
So che stai male, lo vedo, lo sento, e so che solo i medici possono aiutarti a curarti, ma so anche che non posso stare fermo, immobile guardandoti sparire. E’ come chiedermi di rinunciare, senza lottare, alla cosa per me più preziosa. Si, perché la cosa più importante che c’è al mondo sei tu figlia mia. Per te farei di tutto, sarei disposto a rinunciare a tutto, il problema è che ogni cosa sembra inutile, a volte addirittura controproducente.
Scusami se litighiamo, se mi arrabbio, se non riesco a mantenere la calma. Scusami se ancora cerco di convincerti a mangiare, so che il cibo è il sintomo di qualcosa di molto più profondo … solo è più forte di me.
Vederti rinunciare alla vita è una cosa che mi distrugge, alla quale non è possibile abituarsi. L’impotenza di fronte al tuo dolore mi fa male e mi impedisce di essere lucido. In fondo penso sia normale, come si può non essere devastati guardando un figlio soffrire così? Come si può non voler gridare, urlare con tutta la voce possibile la propria frustrazione? Che poi, più che frustrazione è un vero e proprio senso di sconfitta, si, sconfitta per non essere stato capace di proteggere la persona più cara al mondo. Perdonami se non ne sono stato capace, perdonami se non ti ho difesa abbastanza dalle difficoltà della vita. Perdonami se in qualche modo ho contribuito al tuo dolore. Anche noi genitori siamo esseri umani, con le nostre fragilità, i nostri difetti e i nostri limiti. Anche noi sbagliamo. Mai, però, vorremmo sbagliare pensando a voi figli, mai vorremmo fare qualcosa che vi possa far soffrire … mai …
Daniela Bonaldi
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