Affrontiamo la tematica del disturbo del comportamento alimentare (anoressia e bulimia); creando una rete di supporto per chi vive questa malattia. Soffrire di un disturbo del comportamento Alimentare non è un capriccio, uno stereotipo legato al mondo della moda, ma sono vere e proprie malattie che hanno radici profonde , disagi psicologici che influenzano in modo esponenziale la vita di chi ne soffre e le loro famiglie. Chi ne soffre si trova molto spesso a vivere in silenzio la propria malattia, isolandosi e creando di conseguenza un vuoto , una paura e sensi di colpa ancora più grandi. Le persone che soffrono di Disturbi del Comportamento Alimentare sono spesso malati invisibili agli occhi di estranei e spesso anche a quelli dei familiari, incapaci di “vedere” e capire, paralizzati dall’inadeguatezza, dalla paura e dalla vergogna, una vergogna che allontana e non consente di chiedere quel giusto aiuto che ragazzi e familiari hanno diritto di ricevere. E’ invece fondamentale il ruolo della famiglia e degli affetti più stretti nella cura e prevenzione di questa patologia. Sportelli di primo ascolto rivolti ai Famigliari/amici di chi soffre di Disturbi del Comportamento Alimentare.. Per far comprendere che la persona che soffre di Disturbi del Comportamento Alimentare va indirizzata a chiedere aiuto ad un Centro specializzato nei D.C.A.
La vera forza.
Non è che non si vorrebbe stare meglio è solo che la bulimia, il BED (binge eating disorders), hanno una forza così grande che riesce ad annientare ogni altra cosa.
E’ una forza con cui ci si deve confrontare ogni giorno e che, quando vince, fa precipitare nel vuoto più totale chi la subisce. La mattina ci si alza e ci si ripete che, si, oggi è il giorno giusto, oggi è un giorno diverso in cui si riuscirà ad azzittirla, a farla tacere. Poi succede qualcosa, che non si sa spiegare, qualcosa che fa venir meno ogni barriera, sgretolandola davanti a lei … ancora lei … un altro punto a suo favore … un altro fallimento per chi si trova dall’altra parte. Non si sa come interrompere questo meccanismo che si è creato dentro e da cui dipendono intere giornate. Non si può più dormire, le ore del sonno sono invase da pensieri costantemente rivolti a lei, a questa malattia che non da tregua. Si cerca di convincersi di avere la forza necessaria per vincere, pensando che si deve resistere al suo richiamo che, poi, più che un richiamo è un vero e proprio rapimento. Ed infatti è un po’ così che ci si sente, come se si venisse rapiti da qualcosa che non si fa vedere in volto. E’ un viso indefinito, dai contorni sfocati, che sembra guardare negli occhi chi ha davanti e dire “Non ce la farai, anche questa volta sono io a decidere, sei un/una perdente”.Come si fa a non crederle? Come si fa a pensare di essere persone come le altre quando si vive con malattie quali la bulimia e BAD, che ti spingono ad avere un comportamento rispetto al cibo di cui ci si vergogna?
E’ difficile pensare di poter essere accettati, soprattutto quando si fa fatica ad accettare anche se stessi.
E’ difficile immaginasi diversi … non ci si sente abbastanza forti. E poi ci si chiede cosa è successo, cosa si è fatto di male per meritarsi tutto questo, per dover vivere una vita così, sacrificata ad un voto che non si avrebbe voluto dare e che, anzi, non si ha mai dato. Perché, in realtà, non si sceglie questo modo di vivere, questa malattia. Si, NON si sceglie tutto questo e, se ci si pensa bene, NON si fa fatto niente per meritarlo. Chi soffre di bulimia o di BAD sono persone come tante altre, persone provate, affaticate, ma pur sempre persone come le altre. E sono tante, le persone che stanno lottando contro queste malattie, cercando di rifarsi e di riprendere quello che è loro.
Per loro, per tutte le persone che stanno soffrendo e combattendo, una cosa va fatta. Va fatto capire, anche scrivendolo a lettere maiuscole sui muri delle città, che chi si ammala NON è un fallimento o qualcuno da allontanare, ma, al contrario, qualcuno da rispettare perché costretto ad affrontare un tale carico di sofferenza che nessuno dovrebbe provare … sono persone forti, perché enorme è la forza necessaria per combattere tutto questo.
Daniela Bonaldi
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